Il presepe di Wolfango ritorna a Bologna
Redazione I Martedì
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Le immagini delle opere di Wolfango, grazie al prezioso aiuto della figlia Alighiera Peretti Poggi, hanno accompagnato il n. 340 de “I Martedì”. Ci fa piacere oggi annunciare il ritorno del Presepe di Wolfango che viene esposto, in occasione delle festività natalizie, in Santa Maria della Vita (via Clavature 8/10). Occupa quasi metà del santuario, con tutta la sua vitale monumentalità, con quel corteo di duecento statuine che lascia strabiliati per la capacità di ritrarre personaggi noti e perfetti sconosciuti, notabili e comuni bolognesi, familiari e capi di Stato. Inaugurato dal cardinale Matteo Maria Zuppi, alla presenza del Sindaco Virginio Merola e del Presidente di Genus Bononiae, Fabio Alberto Roversi-Monaco, ha visto la presenza di tante persone, perché l’opera di Wolfango è amata da tutti. Dice monsignor Stefano Ottani presente alla conferenza stampa:
«La mostra nasce dall’incontro fra il cardinale e la figlia dell’artista, Alighiera Peretti Poggi e subito è nata l’idea di una nuova esposizione. Wolfango non ritraeva solo benissimo l’aspetto della persona, ma sapeva rappresentarla nella verità più profonda».
Tutto questo si trova nel presepio di un artista che si dichiarava agnostico, ma che ogni novembre ripeteva un rito: creare alcune statuine. Ricorda la figlia:
«Quando ero bambina decise che i figli dovevano avere un presepio. Era il periodo in cui si trovavano solo statuine di plastica. Così iniziò a farle lui. In casa c’era la “stanza del presepe”, tante diventarono numerose, anno dopo anno. Nel presepe entravano tutti: c’era la zia che faceva i tortellini, nostra madre, ma anche Papa Giovanni XXIII e Gandhi, Fellini e Chaplin, Gorbaciov e Reagan. Nato per la famiglia si è allargato alla città e poi al mondo».
Dice Giulio Sommariva, Conservatore del Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova ed esperto di presepi antichi:
«Il presepe napoletano del Settecento, che a noi sembra “antico”, in realtà rappresentava la nascita di Gesù in quel momento, in modo che chi lo guardava riconoscesse i vestiti, gli usi, e si sentisse “tirato dentro” quell’evento. Wolfango fa lo stesso: la nascita di Gesù avviene nel nostro tempo».
In fondo non è proprio questo il Natale? Wolfango aveva colto la verità più profonda di questa festa. Il suo Presepio resterà in Santa Maria della Vita fino al 16 gennaio, giorno della sua morte.
Orari: da martedì a domenica, ore 10-19. Al primo piano del complesso di Santa Maria della Vita è ospitata una mostra di disegni preparatori ed è possibile vedere un video in cui l’artista parla del suo presepio. Al Presepio è stato dedicato un volume pubblicato da Minerva edizioni. L’iniziativa è sostenuta da Rekeep e Gruppo Manutencoop.
Chiara Sirk